Veneto, vietati i falò dell’Epifania contro l’inquinamento: alcuni sindaci si adeguano ma a Treviso accesi 100 fuochi

La legge vieta i roghi da novembre a febbraio per evitare la produzione di polveri sottili, ma i sindaci possono emanare deroghe

Rimandati al 13 gennaio causa maltempo, a Noale in provincia di Venezia, i tradizionali falò, ribattezzati «Panevin» o «Brùsa la vecìa», che nel Veneto animano la festa dell’Epifania. Malgrado la legge vieti il rogo di materiali vegetali da novembre a febbraio per evitare la produzione di polveri sottili, i sindaci possono emanare deroghe e così è stato fatto.

Le proteste degli ambientalisti

Protestano gli ambientalisti che chiedono ai sindaci «più sensibilità per l’ambiente e niente deroghe»: solo nel Trevigiano stasera i falò saranno un centinaio, tutti entro i tre metri di altezza e tre di larghezza, a parte quello di Arcade, il più alto del Veneto, che raggiungerà i 12 metri. Uno spettacolo che ogni anno attira migliaia di persone (10mila nel 2023), oltre al governatore Luca Zaia, che avrebbe confermato la sua presenza. Nel Quartier del Piave e nella Vallata della Valmarino se ne accenderanno 40, a illuminare la notte della Befana come cultura contadina vuole.

Niente fuoco ma giochi di laser

C’è però una nuova tendenza, più vicina appunto alle tematiche ambientali che è quella di usare al posto dei roghi il laser e a sposare questa evoluzione del rito tradizionale sono i Comuni di Padova e Verona. A città del Santo 6 gennaio alle 15 in Prato della Valle, ci sarà una festa della Befana senza falò, «nel rispetto della normativa per il miglioramento della qualità dell’aria». Al suo posto lo spettacolo della «Dreaming Academy» dedicato al centenario della Disney e una gigantesca marionetta mobile raffigurante la Befana realizzata da Giorgio Gabrielli. Alle 16 i vigili del fuoco lanceranno una Befana volante, mentre musica, clown e trampolieri intratterranno i bambini, che riceveranno 4.350 calze piene di dolciumi. L’evento si terrà anche in caso di pioggia. A Verona invece il «Brùsa la vecìa» ha ceduto il passo a «giochi di luce» da 19mila euro: fasci di luce proietteranno su uno schermo d’acqua un grande fuoco, che brucerà simbolicamente l’anno appena trascorso. «Viene così rispettata la tradizione — spiegano dal Comune — ma tutelando la qualità dell’aria».